Sapete cosa sono un anno 4 mesi e 13 giorni ? o un anno 5 mesi e 4 giorni ?
?..forse non potreste saperlo, se non capendo che non Vi sto parlando di me stesso, ma di un Noi, che si è realizzato dopo una vita random, da contadino, incosciente, con
l’istinto dell’avanguardia e la maledizione del non piegarsi alle convenzioni
che, non per forma, non per obbligo, non per posa, ma solo esclusivamente per
istinto, o meglio, per attitudine, mi spingono a fare quello che mi pare,
sempre (escluse pratiche ed azioni soggette al vincolo dell’etica della mia coscienza).
Non è essere meglio di altri o peggio, è solo diverso, è una condizione
minoritaria rispetto all'insieme maggioritario della varia umanità. Potrei
definirmi una specie di pianta di canapa di varietà monoica. Che dire, se vuoi tentare
di annichilire questa mia predisposizione e vederne le degeneranti conseguenze
incastrami in quelle che sono le dinamiche tipiche del sabato del villaggio, o
meglio in chiave più volgare e meno poetica, come lo definirei io: del
“villaggio del sabato”. Casus Belli, ad
esempio, programmare con un certo
anticipo le vacanze (le ferie, come si dice da queste parti) o tutta quella serie di attività socio-ludiche
che fanno da normale contorno al sabato del villaggio. Quel giorno a tale ora,
aperitivo o cena o incontro, facile a dirsi, e se piove ? mi sballa la settimana
di semine o di raccolta, se c’è la luna nuova? meglio piantar la canapa
piuttosto che andar a quella festa dalle 19,30 del pomeriggio. Eh si perché nel mio lavoro il pomeriggio spesso nella bella stagione finisce alle 21 circa. Due drink di fila a me mi ammazzano, sono parco, bevo e mangio poco. sono elitario. esclusivo. Mi esprimo e realizzo sopratutto nel sesso, e con Lei, solo con Lei totalmente. Non parliamo delle
vacanze ? (o meglio delle ferie, come si dice da queste parti) Le mie ultime le trascorse nel 98’ dell’altro secolo, nel ’99
il viaggio in California (Nevada e Oregon) e nel 2000, prima in Polonia e Repubblica
Ceca in seguito nei paesi baltici attraversandoli tutti fino a Helsinki, un viaggio di scoperta verso l’est, più che vacanze.
Poi è
arrivata l’Africa e già coltivavo canapa.
Per farvi
capire cosa sono un anno 4 mesi e tredici giorni o meglio un anno 5 mesi e 4 giorni, dovete sapere che prima di
quel momento ho comunque avuto una vita
fica. Sedotto belle donne, son stato amato, viaggi, ammirazione, un po’
d’avventura, qualche rischio ed il buon umore. Ho sofferto anche di solitudine,
che ho saputo gestire ed evolvere, rafforzandomi per diventare quello che oggi
sono, e vi confesso che mi piace essere così.
Questo anno
4 mesi e 13 giorni sono stati il più bel periodo della mia vita, e ve lo
assicuro,
questo è merito
suo, tutto merito suo.
Lei.
Lei E’ così’
morbida, intensa e pervasiva, si è impossessata di me, una bocconcina con due mani perfette per il mio corpo, una ragazza di
trent’anni, adesso donna, con un entusiasmo coinvolgente, uno sguardo nero penetrante che mi ha acceso
sin dal primo momento quando ho incrociato i suoi occhi, al Diavolo Rosso.
Lei mi ha "snasato" e ci siamo presi, da subito. Definitivamente.
Quella sera L’ho
acchiappata, abbiam ballato, si sono sentiti prima i nostri corpi e poi parlati, poi ci
siamo scopati la testa e tutto il corpo, una dimensione d'affinità stratosferica, fatto tantissimo all’amore.
Sono l’amore
della sua vita. sono il "suo" come dice Lei. Confermo, Lei è la "mia" e la amo.
Di Lei mi
appartiene ogni singolo cm del suo corpo, mi appartengono il suo cuore ed il
suo cervello, non ho solo la sua anima,
perché Lei l’anima non ce l’ha !
Questa giovane donna è sopravvivenza
da condizioni non dipendenti da Lei, fatta di sovrastrutture a volte imperfette ma che
le hanno consentito di voler esser bella, di “venirne fuori” da situazioni “brutte e difficili”. Lei
è collettiva, cerca il bello, lo esalta. E' sociale, è conviviale. Pensa tantissimo, riflette, calcola, elucubra,
razionalizza, praticamente un’intellettuale abbastanza inconcludente che ragiona per algoritmi. Non senza difetti caratteriali e
non solo, che tralascio, che, per quanto
non pochi, mi hanno messo in totale discussione, facendomi stupire della mia
stessa capacità di farne fronte, di accoglierli e di sopportarli, spesso piegandoli e cercando di correggerli, adattando
il mio carattere al suo, non posso dire
di aver amato i suoi difetti, taluni li detesto ancora adesso, anche se non
riuscirei a identificarli precisamente. e lo ammetto, adesso non posso farne a meno.
Siam fatti
l’una per l’altro, ma con una caratteristica: per adesso non siam riusciti a
stare insieme (in una relazione convenzionale) per come vorremmo singolarmente, per come siamo programmati, come dice Lei.
Forse siamo
entrambe incorreggibili.
Per quanto
mi riguarda una relazione convenzionale, intendo quella di una prassi consolidata fatta di normalità diffusa, di spazio e
tempo condiviso quotidianamente, non mi ha visto preparato, compresi i pomeriggi del sabato in giro,
domeniche a vedere un film, aperitivi con gli amici, cene dove ”magni bevi e
rutti” (si fa per dire) (gente che parla a vanvera di cazzate, con bambini decontestualizzati
che per salvarsi starnazzano o saltellano “de quà e de là”) non trova in me un
senso fondamentale di relazione, non un significato particolare. Attenzione non sono un anormale, come dicevano
Lei e Mario io sarei uno dei pochi quasi cinquantenni che riesce a stare
benissimo nella movida astigiana, si come no ? ma cos’è la movida Astigiana ? non mi interessa. Invece giustamente Lei si vuole divertire, ma vuol anche metter su famiglia, ha la pulsione splendida e naturale della martenità, tipica dei suoi meravigliosi trent'anni. Legge, talvolta scrive, parla molto, mi ha confessato le cose più intime tramite chat notturne, quando pur distanti avevamo bisogno di stare insieme, il mattino non è il suo momento migliore, e dal vivo è più timida, io invece con Lei son sempre spudorato.
Un’altra durissima
verità è che non sono così proiettato per metter su famiglia, logica conseguenza di quanto sopra. Stare con Lei, mi ha fatto
capire che talune prassi, anche quelle velleitarie, della cosiddetta
normalità, che io aborro, per Lei sono importanti, vitali, come è vitale l’idea
di creare una famiglia, è il suo obiettivo “ideale”; NON la voglio perdere, mi son rimesso in discussione e schiodandomi dal mio essere le ho fatto una proposta, convinto, mah non l'ha convinta, ero in ritardo. Non organizzato, non attrezzato, Lei ha confermato, ha individuato un piccolo, quanto
DETERMINANTE particolare, non son fatto per quella roba lì.
Eh allora ?
dopo avermi amato in modo incommensurabile, dopo averla amata come neanche io
mi sarei immaginato, nei momenti belli e soprattutto in quelli meno belli.. dopo aver condiviso tutto di se per me, Mi ha mollato! Stanca,
disfatta dal combattere il suo essere per uniformarlo a me, mossa anche dalla sua peculiare “cancerina” necessità di realizzarsi in una famiglia. Sbagliato cambiare la Sua natura.
La sua
verità è che Io mi son fatto mollare.
Però certe
cose finiscono e non, certe altre cose non finiscono mai, si trasformano,
mutano, si evolve, punto.
Volete uniformarVi all'evoluzione non convenzionale ?
Siete pronti
ad affrontare la bio-diversità, se Vi mette in discussione, se è scomoda,
se è come un
dito nel culo, ma che ti può anche far godere ?
ehh! direte
vuoi, facile fare il solito provocatorio anti-convenzionale, quindi è finita ?
No, non è
ancora finita, è riuscita a mollarmi in modo inconcludente, praticamente solo formale, diciamo teorico. anche io l'ho mollata, dopo un anno cinque mesi e 4 giorni, per non perderla, per mantenere vivo il NOI che si è creato, forte, per rendere libero il ns rapporto, straordinario, particolare e NON convenzionale, non l'ho mollata per paura, ma per coraggio, perchè mi fido di Lei.
Ed allora ?
allora è una
storia che si scriverà, che non ha un fine, mai scontata, molto viva degenere e fondamentalmente necessaria per dar senso ad un lato di entrambe, perchè siam fatti di lati, poliedrici, sfaccettati, oscuri e trasparenti.
Ora, se
finisce, se non riusciremo più a stare insieme, posso solo pensare di tornare a Ouagadougou e a Kedougou, voglio andare in Congo ed in Mali,
devo seminare i campi di canapa, il Mozambico, devo parlare con un contadino Dogon di agricoltura, agevolare traffici in Liberia, voglio
coltivare il mio orto tropicale ad Abene, accelerare, lavorare e sudare, pagare
i debiti, accompagnare mio padre.
spaccarmi le nocche contro la parete. Non avrei più
niente da perdere, non vorrei non aver niente da perdere,
agire a
modo mio per tornare da Lei, perché questo è il senso, perchè ci apparteniamo.
Sono dentro
di Lei, come un avatar. La mia mano sinistra con il dito medio cicatrizzato sono
un paradiso che conosce solo lei, per sempre
suo, anche la mia anima è sua, che per lei, però, non conta!
Ebbene,
Mia Anima Nera,
a presto.