Ci passiamo tutti i giorni davanti, il barrage
di Ouagadougou è un grosso invaso artificiale d’acqua, la riserva idrica della
città, in mezzo c'è una strada argine e si trova nella “zone des Bois”, una zona verde come parco urbano, sulla
sponda a nord del barrage c'è il Silmandè, l’hotel più fico della capitale,
citato anche dall'antropolgo Aime in " Taxi Brousse". E’ l’unico posto della capitale con un innaturale prato all’inglese
verdissimo irrigato, un ampio ingresso sorvegliato, ed inoltre, anche se non si vede bene dalla strada, c’è la piscina! salta all'occhio una cosa del genere, in
un paese dove l’acquedotto è davvero un lusso l'acqua potabile per niente scontata e
siccità assicurata nella stagione secca (che dura all'incirca 8 mesi).
Comunque anche volendo non abbiamo nè lo stile nè il budget per poter
soggiornare lì, non siamo cooperanti di professione, non apparteniamo a nessuna
agenzia delle nazioni unite, non siamo business-man internazionali, per ora
abbiamo un visto valido tre settimane, non sappiamo ancora bene che saremo e
cosa faremo ma preferiamo investire qualche franco cfa in gasolio per andare in giro in brousse con
Marcel. Marcel Bouda è un agricoltore contadino presidente del’ASK, il ns. partner locale, piccola
associazione di agricoltori di Donsin (Donsè) villaggio del dipartimento di
Ouaga. Dotato di un peugeot bachée, praticamente un 404 pick up anni' 70, mezzo
disfatto, color beige, 2 posti + 1 in cabina ed il resto sul retro, "en plein
air". Insieme a lui si va a visitare le coltivazioni e a incontrare le comunità dei
contadini. In questo tour per i villaggi con automezzo, non ci si può certo sottrarre a dare un passaggio ai numerosi viandanti appiedati, un segno di saluto la vettura si ferma, ed il pedone saheliano salta sul cassone con un sorriso,
fino ad esaurimento posti, all’andata verso la brousse, sul fondo del pianale, ci sono anche cartoni e bottiglie di
plastica recuperata in città nella "Maison Jubilée" presso madame Giuliana,
perché è tutto materiale prezioso nei villaggi, il cartone per addolcire i giacigli e
le bottiglie di plastica come preziosi contenitori di liquidi. Il patto è che non venga dispersa la plastica. Oggi passiamo di
nuovo davanti all'hotel Silmandè, mi sembra proprio un'entità avulsa al contesto generale e poi giro lo sguardo avanti ed attraversando il barrage mi riempio gli occhi dei
riflessi dell'acqua color maròn chiaro, poco dopo guardo in alto e mi ritrovo a voltare lo sguardo ritmicamente destra e a
sinistra più volte, da una parte e dall'altra, uno di quì uno di là, sono avvoltoi quelli appollaiati, famelici, almeno uno su ogni
lampione lungo la strada (in questo tratto ancora asfaltata). Prima, davanti e tutt'attorno
all’abattoir, il mattatoio di Ouaga.
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